Trenta punti tratti dal suo discorso in occasione dell’incontro con i popoli dell’Amazzonia e con la popolazione a Puerto Maldonado
ABBOZZI PASTORALE PER IL PROSSIMO SINODO PANAMAZZONICO
Il Papa Francesco sta visitando Perù come parte del viaggio apostolico numero 22. E sulla base dal DISCORSO NELL’INCONTRO CON I POPOLI DELL’AMAZZONIA e CON LA POPOLAZIONE, il venerdì, 19 gennaio 2018 a Puerto Maldonado nella reggione Madre de Dios, vorrei abbozare i punti più risaltante che potrebbe aiutare nella preparazione dal Prossimo Sinodo Panamazzonico che si sviluparà a Roma in ottobre dal 2019.
Questi abbozzi pastorale sono una prima lettura di quello che parleremo durante questi prossimi mesi. Mi piacerebbe dire che questi temi sono il prodotto di tanti anni di lavoro pastorale e acompagnamento che la Chiesa nella Amazzonia ha avuto. Oggi la Rete Eclaesiale Panamazzonica – REPAM come una piattaforma promuove questo dialogo che permette a tutti coloro che si prepara per questo prossimo Sinodo per tutta la Chiesa Cattolica.
Questo sono le parole del Santo Padre Francesco in Perù:
1.- Ho molto desiderato questo incontro…, nei vostri volti, il riflesso di questa terra. Un volto plurale, di un’infinita varietà e di un’enorme ricchezza biologica, culturale, spirituale.
2.- Abbiamo bisogno della vostra saggezza e delle vostre conoscenze per poterci addentrare, senza distruggerlo, nel tesoro che racchiude questa regione. E risuonano le parole del Signore a Mosè: «Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai, è suolo santo» (Es 3,5).
3.- Un’opzione convinta: La difesa della terra e la difesa delle culture.
4.- L’Amazzonia è una terra disputata su diversi fronti: il neo-estrattivismo e la forte pressione da parte di grandi interessi economici che dirigono la loro avidità sul petrolio, il gas, il legno, l’oro, le monocolture agro-industriali; dall’altra parte, la minaccia contro i vostri territori viene anche dalla perversione di certe politiche che promuovono la “conservazione” della natura senza tenere conto dell’essere umano e, in concreto, di voi fratelli amazzonici che la abitate.
5.- Dobbiamo rompere il paradigma storico che considera l’Amazzonia come una dispensa inesauribile degli Stati senza tener conto dei suoi abitanti.
6.- Considero imprescindibile compiere sforzi per dar vita a spazi istituzionali di rispetto, riconoscimento e dialogo con i popoli nativi; assumendo e riscattando cultura, lingua, tradizioni, diritti e spiritualità.
7.- Un dialogo interculturale in cui voi siate «i principali interlocutori.
8.- Questo “buon agire” è in sintonia con le pratiche del “buon vivere” che scopriamo nella saggezza dei nostri popoli.
9.- Avere cura della casa comune.
10.- La difesa della terra non ha altra finalità che non sia la difesa della vita.
11.- La tratta di persone: in realtà dovremmo parlare di schiavitù.
12.- Alzare la voce per gli scartati e per quelli che soffrono.
13.- L’opzione primordiale per la vita dei più indifesi. Sto pensando ai popoli denominati “Popoli Indigeni in Isolamento Volontario” (PIAV).
14.- Il riconoscimento di questi popoli – che non possono mai essere considerati una minoranza.
15.- La loro visione del cosmo, la loro saggezza hanno molto da insegnare a noi che non apparteniamo alla loro cultura.
16.- Che si implementino politiche sanitarie interculturali.
17.- E come ho affermato nella Laudato si’, una volta di più è necessario alzare la voce sulla pressione che alcuni organismi internazionali fanno su determinati Paesi perché promuovano politiche di sterilizzazione. Queste si accaniscono in modo più incisivo sulle popolazioni aborigene. Sappiamo che in esse si continua a promuovere la sterilizzazione delle donne, a volte senza che esse ne siano avvertite.
18.- La cultura dei nostri popoli è un segno di vita. L’Amazzonia, oltre ad essere una riserva di biodiversità, è anche una riserva culturale che deve essere preservata di fronte ai nuovi colonialismi.
19.- Non lasciarci catturare da colonialismi ideologici mascherati da progresso che a poco a poco entrano e dilapidano identità culturali e stabiliscono un pensiero uniforme, unico… e debole.
20.- Che le culture non si perdano è che si mantengano in dinamismo, in costante movimento… Cercate le vostre radici e, nello stesso tempo, aprite gli occhi alla novità, sì… e fate la vostra sintesi.